Pillola del giorno dopo: guida alla contraccezione d’emergenza
Si avvicina il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Ma quest’anno non parlerò di violenza fisica o psicologica, né di molestie o femminicidi, né del caso Weinstein. E non perché se ne sia parlato abbastanza: quanto stiamo facendo per contrastare le costanti discriminazioni della donna in ogni campo, non è e non sarà ancora per un bel po’ abbastanza (purtroppo).
Questo è un blog sulla sessualità libera e consapevole, quindi mi piacerebbe affrontare il tema di un’altra “violenza”, più subdola ma non meno insidiosa, soprattutto in questi giorni dove assistiamo ad anatemi pubblici scagliati da preti che equiparano gli aborti alle stragi mafiose perpetrate dal defunto Totò Riina: l’obiezione di coscienza.
Su quella negli ospedali si è detto molto, i dati sono allarmanti e in continuo peggioramento nonostante i richiami di enti e organizzazioni sanitarie, non ultima l’Unione Europea stessa. Ma c’è un’altra obiezione che si sviluppa a monte dell’aborto stesso, più illegale e più meschina, perché si nutre della scarsa informazione e dei vuoti normativi. Stiamo parlando dell’obiezione di coscienza dei farmacisti sugli anticoncezionali di emergenza.
Ma iniziamo col capire che cosa sono la pillola del giorno dopo e quella dei 5 giorni dopo.
EllaOne e Norlevo: cosa sono e come funzionano
Innanzitutto facciamo subito chiarezza: la pillola del giorno dopo e quella dei 5 giorni dopo non sono farmaci abortivi. Si tratta di contraccettivi di emergenza, che possono impedire una gravidanza se assunti poco tempo dopo un rapporto a rischio (dal preservativo che si rompe al rapporto non consenziente). Di fatto queste due pillole bloccano o ritardano l’ovulazione, impedendo così che un ovulo possa essere fecondato. Non c’è quindi alcun aborto, ma solo la mancata fecondazione di un ovulo. Le marche più conosciute sono la Norlevo (pillola del giorno dopo) e la EllaOne (pillola dei 5 giorni dopo). Altro discorso va fatto per la Ru 486, la pillola abortiva, che invece induce un aborto provocando il distacco dell’embrione dalla mucosa uterina (ragion per cui in Italia può essere assunta solo in ospedale ed entro la settima settimana di gravidanza).
Gli effetti collaterali più comuni della pillola del giorno dopo sono: nausea, mal di testa, capogiri, dolore addominale, tensione mammaria, diarrea, vomito, spotting o sanguinamento.
Sia EllaOne che Norlevo vanno assunte il prima possibile (rispettivamente entro 120 ore, ovvero 5 giorni, e 72 ore dal rapporto non protetto o dal fallimento del metodo contraccettivo scelto), dal momento che la loro efficacia dimunuisce con il passare del tempo. E’ quindi fondamentale reperire questi due farmaci rapidamente e nella propria farmacia di fiducia. Ma come si fa?
Come reperire gli anticoncezionali di emergenza
Lo scrivo una volta per tutte, anche se andrebbero fatti degli striscioni: la pillola del giorno dopo e quella dei 5 giorni dopo possono essere acquistate dalle donne maggiorenni senza bisogno della ricetta medica. Diverso è il discorso per le minorenni, che devono essere accompagnate da un genitore dal proprio medico di base, oppure in un consultorio pubblico, in pronto soccorso o alla Guardia medica, per ottenere una ricetta medica. Se un farmacista si rifiuta di vendere una delle due pillole a una maggiorenne senza ricetta, sta quindi commettendo una violazione. Comportamento purtroppo molto diffuso, che sfrutta in primis la scarsa informazione delle donne stesse sull’argomento.
Cosa fare se un farmacista si rifiuta di vendere la pillola del giorno dopo
La risposta è una: chiamare i carabinieri. L’obiezione di coscienza dei farmacisti, infatti, in questo caso è illegale: come già detto, EllaOne e Norlevo non sono farmaci abortivi, ma contraccettivi d’emergenza. Obiettare alla loro vendita in nome dell’ideologia pro-life quindi è totalmente fuori tema. E’ come se un macellaio si rifiutasse di vendere carne di manzo perché è contro la caccia: pur essendo a tema carne, le due cose non sono in alcun modo connesse. Inoltre, secondo questa logica, un farmacista obiettore dovrebbe rifiutarsi di vendere persino i preservativi.
Altrettanto illegale è, da parte del farmacista, richiedere la ricetta medica per vendere EllaOne o Norlevo. Se il o la farmacista insiste, potete (anzi è consigliabile) chiamare i carabinieri, perché si tratta di interruzione di pubblico servizio, reato previsto e punito dall’articolo 340 del Codice Penale, nonché una violazione dell’articolo 38 del testo unico delle leggi sanitarie. L’obiezione dei farmacisti è un modo di agire subdolo e molto dannoso: una donna che richiede un farmaco contraccettivo d’emergenza si trova infatti in una situazione delicata dal punto di vista psicologico e di urgenza. Ogni donna ha il diritto di poter decidere cosa fare del proprio corpo nei termini previsti dalla legge e nessuno, NESSUNO, può impedire o anche solo mettere a rischio questo diritto. Le leggi ci sono, pretendiamo che vengano rispettate.
Proprio per aiutare le donne a individuare subito una farmacia dal personale professionale e disponibile alla vendita di EllaOne e Norlevo, è nata la piattaforma “Obiezione Respinta”, che raccoglie e pubblica le segnalazioni positive e negative delle utenti su farmacie, ospedali, medici e guardie mediche. Su Obiezione Respinta vengono segnalati anche tutti quei comportamenti poco professionali (giudizi, insulti, vere e proprie violenze psicologiche) che mirano a denigrare la donna nel momento del bisogno o a farla desistere dall’acquisto del farmaco contraccettivo. Da questa utilissima esperienza è nata la prima mappa dell’obiezione italiana, in costante aggiornamento. Potete verificare la reperibilità di EllaOne e Norlevo sul vostro territorio consultando la pagina facebook di Obiezione Respinta o il sito internet.