Escile (e palpale)! Come fare l’autopalpazione del seno
Siamo in ottobre, mese della prevenzione per il tumore al seno. Un appuntamento fisso con il benessere femminile (e maschile: sì il tumore alla mammella riguarda anche i signori). Il tumore al seno colpisce ogni anno 50mila donne in Italia ma, anche se i casi sono in aumento, il tasso di mortalità sta diminuendo drasticamente. Le donne che sopravvivono a questo tumore sono infatti l’87%.
Merito soprattutto della prevenzione, che consente di individuare il tumore nel suo stadio precoce, consentendo di intervenire in modo diretto e più efficace.
La prevenzione quindi salva letteralmente la vita. Ma cosa significa esattamente fare prevenzione? Vuol dire eseguire regolarmete l’autopalpazione del seno, farsi visitare almeno una volta all’anno dalla ginecologa (che dovrebbe controllare anche il seno) e, per le donne sopra i 40 anni, sottoporsi regolarmente alle mammografie.
Oggi vorrei approfondire in particolare l’autopalpazione: in poche sanno come farla, ma questo piccolo gesto fatto regolarmente consente di individuare anomalie e cambiamenti nel nostro seno prima che diventino problemi più grandi. Ecco come effettuare l’autopalpazione del seno, in cinque semplici passaggi.

1. Fissa un appuntamento con il tuo seno
L’autopalpazione andrebbe fatto tutti i mesi, 2 o 3 giorni dopo la fine del ciclo mestruale, quando il seno è più morbido. In mancanza di tempo, un buon compromesso sarebbe farla una volta ogni 2-3 mesi. Per le donne in menopausa non c’è un momento specifico per farla, ma è meglio darsi dei veri e propri appuntamenti regolari con le nostre tette, magari all’inizio di ogni mese.
2. Osservati allo specchio
Per prima cosa, osserva il seno nudo molto attentamente davanti allo specchio, prima con le braccia sui fianchi, poi con le braccia alzate. Noti delle differenze tra un seno e l’altro? Ci son rigonfiamenti lungo il contorno? Bozzoli? E i capezzoli? Non ci deve essere alcuna deformazione o irregolarità.
3. Conosci le tue tette
Metti la mano destra sul seno sinistro e con tre dita (indice, medio e anulare) piatte e unite, controlla tutto il seno con un movimento circolare a spirale, dal’ascella (controlla pure quella zona, ricca di linfonodi) fino al capezzolo e ritorno. Poi ripeti lo stesso movimento sull’altro seno, con la mano opposta. Devi cercare dei cambiamenti di volume, bozzi sospetti, noduli o indurimenti che non erano presenti durante l’ultima palpazione. Gli stessi movimenti possono essere ripetuti anche in posizione supina, per arrivare a punti del seno poco raggiungibili da erette, come la parte inferiore o la piega del seno sull’addome, per le più prosperose. Non dimenticare di controllare anche la parte di seno che si sviluppa verso l’ascella, un altro punto troppo sottovalutato e ignorato durante l’autopalpazione.
4. Impara a riconoscere i “soliti sospetti”
Noduli o rigonfiamenti sospetti si riconoscono rispetto alle ghiandole normalmente presenti nel nostro seno perché sono più duri e si presentano senza un “gemello” simmetrico nell’altra tetta. Allo stadio iniziale possono avere anche 2-3 mm di diametro. E’ fondamentale conoscere bene il proprio seno, proprio per individuare ogni minimo cambiamento. Tra questi rientrano anche punti di colorazione diversa, arrossamenti, bruciori, punti doloranti, ma anche cambiamenti che riguardano il capezzolo e piccole perdite.
5. Rivolgiti al medico
Se individui qualcosa di sospetto, non esitare a rivolgerti al medico per eventuali ulteriori esami e approfondimenti. Potrebbe trattarsi di cisti benigne, mastosi (soprattutto sopra i 40 anni) o adenofibromi (soprattutto per le under-30), o piccole calcificazioni dovute all’età: nulla di preoccupante come un tumore, ma comunque situazioni che è bene tenere sotto controllo medico.
Bonus: Approfitta del mese della prevenzione