Del Paese delle Meraviglie: fenomenologia del Sexy Shopping

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Varcare quella porta è un po’ una prova di coraggio. Di emancipazione. E perché no, di sensualità. Perché il piacere passa prima di tutto dagli occhi e in un sexy shop fantasticare ad occhi aperti è praticamente una reazione biologica. Che altro potremmo fare davanti a possibilità sempre più numerose dell’infinito, a quel tripudio di colori e suggestioni e possibilità?

Entrare in un sexy shop con il proprio lui, una volta lasciati imbarazzo e pudore all’ingresso, assieme al cappotto, è il migliore afrodisiaco dopo il cioccolato. Anche senza acquistare nulla la prossima notte sarà comunque di fuoco. D’accordo, anche per i ‘solitari’.

D’accordo, esiste internet, sopratutto ora che tutti garantiscono spedizioni a costi ridotti e soprattutto PACCHI ANONIMI (la più grande invenzione dopo la penicillina e l’elettricità). Ma, parliamoci chiaro: se da un lato sfogliare tutte le millemila opzioni di sex toys su siti dai nomi insospettabili, tipo vibratori.it (esiste davvero, anzi, consiglio una sbirciatina) o sexyshopping.it (per essere siti ‘sensuali’ e sessuali hanno ben poca fantasia…) è piacevole, interessante e dà un senso di potere e trasgressione simile alla prima canna (soprattutto se fate shopping online al lavoro…), manca qualcosa. Come le zucchine e le melanzane, anche un vibratore (analogia involontaria, pardon) deve essere ‘toccato con mano’ prima di essere acquistato. Se non altro per questioni di proporzioni. Diciamo che una perlustrazione sul campo è un buon preliminare dell’acquisto online e del pacco anonimo. Altro che urla alla Zalando…

Qui, in questo luogo non troppo grande dove regna un religioso silenzio in netto contrasto con immagini, completini e giocattoli tutt’altro che religiosi, l’adrenalina sale ancora prima di entrare, perché la prima sfida alle convenzioni e al ‘decoro morale’ dei più è proprio l’atto di oltrepassare quella porta, più o meno nascosta dietro a una gigantesca insegna rossa, rosa o fluo (‘discrezione’ ha smesso da tempo di essere la parola d’ordine).

E poi c’è quel brivido, a metà tra il il voyeurismo (incrociare per caso lo sguardo di altri clienti, indovinando cosa sceglieranno e che programmi hanno per la serata) e il senso di onnipotenza. Sì, perché toccare con mano (pardon) il risultato dell’ingegno umano, deputato al solo scopo di dare e ricevere piacere, per me è qualcosa di euforico. Sapere che qui (oltre che sotto le lenzuola) conta solo ciò che piace (per davvero) e che le possibilità per raggiungere quella manciata di minuti sono quasi infinite. E che in fondo basta l’immaginazione.

Ma torniamo al nostro Paese delle Meraviglie. La scelta è pressoché infinita. Vibratori, dildo, palline, anelli, pali, paletti, corde, nastri, pinze, tacchi, lingerie, opere di ingegneria aeronautica per forma e costo, sculture di design più simili a un siluro che a un pene, o facilmente occultabili come soprammobili di arte moderna. Ma se posso azzardare un parere femminile, il migliore amico della donna non è un diamante… (ma questo è tutto un altro post).

Comunque. Contrariamente a quanto avviene negli altri negozi (in particolare quelli di abbigliamento femminile), qui il commesso è il vostro migliore amico. Tutti lo salutano e gli danno del tu per fare i disinvolti, ma al momento del dunque si sentiranno solo bisbigli (indispensabile un buon udito per fare cv). Paradossalmente, nel regno della fantasia sessuale spesso i clienti dimostrano di avere scarsa fantasia, così che la domanda più frequente è “ma questo come si usa?”, anche nelle varianti “dove si infila?” e “c’è in una misura più grande?”.

Per esperienze più colloquiali bisogna ringraziare il team della Maleta Roja. Avete presente quelle signore attempate che ricordano tanto zia Gertrude, che organizzano riunioni settimanali tra tutte le comari di quartiere per parlare di pentole o tuppeware o di ricamo? Immaginiamo per un attimo che sul tavolo ci siano ovuli, vibratori, dildo, anelli e sex toys e che zia Gertrude si trasformi in una ragazza o una donna come tutte le altre, pronta per un pomeriggio tra amiche, chiacchiere non convenzionali e prodotti ancora meno ordinari. Ecco. Le rappresentanti di Maleta Roja sono questo, e anche in Italia (per fortuna) sono sempre di più. Arrivano a casa vostra con la valigetta (rossa appunto) piena di sex toys e lingerie commestibile per affrontare come si dovrebbe (tra donne e tra amiche) temi rimasti troppo a lungo un tabù, con ironia, curiosità e professionalità, mostrando l’ultimo dildo d’autore o come funziona il vibratore collegato all’iPod, per un do di petto sena precedenti. E tra tè, pasticcini e condom al sapore di fragola, magari si arriva anche all’acquisto.

Perché l’orgasmo non ha prezzo e per tutto il resto c’è Mastercard. Anche e soprattutto per un buon vibratore. Bzz bzz.

2 thoughts on “Del Paese delle Meraviglie: fenomenologia del Sexy Shopping

  1. Il “porno acquistaggio” in rete, rispetto al gioco di complicità di curiosare insieme in un negozio di giocattoli e accessori sessuali, è come fare acquisti di cibo in rete rispetto ad andare ad un piccolo mercato contadino.

    Dovrebbe essere un nuovo “sport” di coppia e sostituire altre robe, come andare in outlet, ipermercati o altri luoghi dementi del genere.
    Comprare bene accessori d’amore fa bene all’amore! 🙂

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