La festa della donna non è una ricorrenza fatta per ricevere puzzolenti fiori gialli, ancora peggio se acquistati in fretta e furia al semaforo dal pakistano di turno. L’8 marzo non è neanche un’occasione per andare a vedere dello spogliarello maschile (è già tanto se ne trovate uno, tra l’altro) con le amiche più sguaiate. E no, non è nemmeno un giorno come gli altri perché “le donne vanno festeggiate tutto l’anno”. Non ci serve alcuna festa, ci accontentiamo del rispetto quotidiano, grazie tante.
La festa della donna serve a ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze cui sono state e sono ancora oggetto. Questa giornata ha a che fare con le lotte femministe e sindacali, con le pari opportunità sul lavoro e nella vita di tutti i giorni. Se vogliamo davvero dare un senso più profondo a questa festa, potremmo prima di tutto informarci sullo stato delle cose, visto che nonostante gli anni (meglio, i decenni) siano passati, le discriminazioni esistono ancora, sia sul lavoro che nella vita di tutti i giorni. Siamo pagate meno, uccise/picchiate/stuprate di più e tra i disoccupati rappresentiamo la maggioranza, soprattutto se siamo in età fertile e/o già mamme. Meglio poi non parlare delle restrizioni alla nostra sessualità o all’accesso all’aborto e ai nostri diritti riproduttivi, perché soprattutto in questi giorni, c’è davvero da piangere. Le cose sono sicuramente migliorate dall’800 (e sarebbe anche il caso), ma la strada da fare è ancora lunga.
E allora ecco 8 modi per vivere la giornata dell’8 marzo fino in fondo, partecipando, informandoci e continuando a lottare per un mondo migliore e più equo per tutti/e.
1. Lottare. Insieme. Sempre.
Quest’anno l’8 marzo coincide con lo sciopero generale delle donne e dei generi, indetto da Non una di meno e i sindacati. Chi vorrà potrà partecipare astenendosi dal lavoro dipendente ma anche da quello ‘casalingo’ e di cura, scendendo nelle strade e nelle piazze durante le manifestazioni indette in tutta Italia e in oltre 40 Paesi del mondo. Per sostenere lo sciopero basterà inoltre, fanno sapere le organizzatrici, vestire di nero e indossare un foulard o un accessorio fucsia al braccio, e diffondere informazioni sullo sciopero, come le infografiche realizzate da Pasionaria. Ulteriori informazioni sul blog di Non una di meno.
2. Andare al cinema
No, niente 50 sfumature di nero, grigio o arcobaleno. L’8 marzo uscirà in Italia il film tratto dall’omonimo romanzo, ‘Il diritto di contare‘. E’ la vera storia di Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre scienziate afro-americane che hanno rivoluzionato gli studi alla NASA. Perché il femminismo è e deve essere di tutte e rispondere ai bisogni di tutte, a prescindere dalla condizione sociale, dal colore della pelle e dal genere. E a proposito di sorelle lontane ma vicine, a Bologna è iniziata la mostra fotografica ‘Sheroes’ del fotoreporter Federico Borella che ha immortalato i volti e i sorrisi delle ragazze indiane sfregamento con l’acido. Volti che ora hanno ricominciato a sorridere, grazie alla Ong Stop Acid Attacks che le ha aiutate ad aprire un bar ad Agra, in India. La mostra resterà a Palazzo d’Accursio fino al 15 marzo.
3. Leggere tanto, leggere femminista
La scelta è pressoché infinita, ma se volete un’indicazione da chi di femminismo ne sa e tanto, ecco la libreria condivisa (‘Our Shared Shelf’) di Emma Watson su Goodreads, con centinaia di titoli a disposizione delle più curiose. Da parte mia suggerisco l’ottimo saggio ‘Dovremmo essere tutti femministi‘ della bravissima scrittrice africana Chimamanda Ngozi Adichie (qui uno dei suoi TedTalk che ho più apprezzato), la distopia terrificante (ma non così stravagante) di Margaret Atwood, ‘Il racconto dell’ancella‘, il romanzo storico-artistico ‘La passione di Artemisia‘ di Susan Vreeland e, ultimo ma non per importanza, il bellissimo saggio di Virginia Woolf, ‘Una stanza tutta per sé‘, uno dei più eloquenti trattati femministi del Novecento che affronta un argomento fondamentale dell’emancipazione femminile: l’indipendenza economica. Per le giovanissime invece, la pagina facebook ‘A Mighty Girl‘ propone libri, racconti e film dedicati alle giovani donne con personaggi femminili forti, principesse che si salvano da sole e la celebrazione delle donne che hanno cambiato la storia, la scienza e la nostra vita.
4. Andare oltre
Come dicevamo, l’8 marzo è sì la festa della donna, ma abbraccia anche tutto c’è che è marginalizzato come o più del femminile. E’ una giornata che si rivolge a tutti coloro che non si riconoscono nelle etichette binarie del genere, negli stereotipi, nelle discriminazioni. E’ una giornata che deve dare voce a gay, trans, bisessuali, asessuali, a tutte e tutti coloro che si sentono fuori posto in una società che fa crociate nel nome della normalità. E’ la giornata del queer. Per chi vuole approfondire questo concetto, che abbraccia tutto ciò che non è norma/normale, c’è il bellissimo libro a fumetti ‘Queer: a graphic history‘ di Meg John Barker, disponibile in inglese su Ibs e Amazon. Un altro tema che merita di essere approfondito è quello delle (e dei) sex workers, soprattutto in relazione a una speciale categoria di clienti, ovvero le persone diversamente abili. Il libro dell’attivista Massimiliano Ulivieri, ‘LoveAbility: l’assistenza sessuale per le persone con disabilità‘, affronta proprio questa tematica e lo fa raccontando molte delle storie raccolte sul sito www.loveability.it.
5. Farsi un regalo (per ridere)
Avevo già accennato a quanto amo Unboundbox, sito di e-commerce di sex toys, accessori e oggettistica che propone, oltre a un campionario molto vasto e femminista, veri e propri kit a tema, con tante delizie birichine, per ogni età, situazione ed evenienza. Se mastichi un po’ di inglese, ti consiglio di iscriverti alla newsletter del sito, per una sferzata di Girl Power ogni settimana. E a proposito di divertimento, niente spogliarello,quest’anno: il divertimento si trova al circo. Non quello con animali in gabbia e trapezisti, ma artisti del contorsionismo e ballerini che strizzano l’occhio al burlesque, lanciatori di coltelli in tenuta fetish e molto altro. E’ il programma di ‘Que calor!’, circo sensuale e giocoso che va in scena l’8 marzo a Roma. Info e biglietti sulla pagina Facebook e sul sito www.quecalor.it.
6. Farsi un regalo (sul serio)
In occasione dell’8 marzo molte cliniche offrono visite, screening, mammografie ed esami specifici a prezzi scontati o addirittura gratis. A Bologna ad esempio, l’Istituto Ionoforetica offre una mammografia bilaterale a tutte le donne. A Monza, CamLei, centro medico dedicato alle donne, propone una campagna di prevenzione cardiologica femminile, mentre a Roma la Rete Artemisialab scende in campo con pap test gratuiti. Sono solo alcune delle iniziative per la prevenzione che si terranno lungo tutto lo Stivale, basta una rapida ricerca in rete per scoprire quelle in programma nella tua città.
7. Infrangere un taboo (due volte)
Parliamo di mestruazioni. Sì, quella cosa che nascondiamo come una colpa da quando abbiamo sanguinato per la prima volta, probabilmente a scuola, tra i crampi e le occhiate dei compagni. E’ i momento di riappropriarci di questa caratteristica tutta femminile: non è una colpa, non è un simbolo di impurità, non è una vergogna. E’ una caratteristica fisiologica del nostro corpo che oltretutto ci permette, quando e se arriva il momento, di creare la vita. Mica male, eh? Cominciamo allora a prenderci cura di noi stesse durante questo momento del mese, magari investendo sulla mestruazioni alternative, come gli assorbenti lavabili e le coppette mestruali. Oltre a rappresentare un notevole risparmio, una maggiore comodità (niente plastica nelle mutande) e una bell’aiuto all’ambiente, per molte compagnie è anche una missione. Quella di aiutare le ragazze dei Paesi meno sviluppati a vivere il proprio ciclo in modo più consapevole, sano e lontano da stigmi e disagi quotidiani. Rubycup, uno dei più grandi brand di coppette mestruali, ad esempio, per ogni coppetta acquistata ne regala una a una ragazza svantaggiata in Africa. Così ti fai del bene, facendolo anche a una sorella lontana. Altro che vergogna: sanguina a testa alta.
8. Lavorare insieme
Non c’è ricorrenza migliore dell’8 marzo per ricordare l’esistenza di una meravigliosa piattaforma al femminile, un esempio di come le donne insieme possono fare tanto per se stesse e per le altre. WorkWideWomen è, in sintesi, un’opportunità. Metà social, metà piattaforma di e-learning, organizza corsi online e in aula per insegnare alle donne le professioni digitali: si va dal coding ai social fino al design di siti, blog e app, ma anche stampa 3D, fare impresa digitale e web marketing. Una miniera d’oro per chi, come me, si sta reinventando in un mondo in costante mutamento e in un settore che fino a poco tempo fa era di quasi esclusivo dominio maschile. Ragazze, è il momento di riscoprirci scienziate, informatiche e imprenditrici del futuro.
E voi? Come festeggerete l’8 marzo? Cosa vedrete, leggerete o farete per celebrare la diversità e l’unicità dell’essere umano contro ogni discriminazione?