Come è nato il sesso come lo intendiamo oggi? Ma soprattutto, i veri quesiti dell’umanità: come lo facevano i Romani? E i Greci? E i nostri antenati? Sono domande importanti, nonché ottimi spunti di conversazione. Non scherzo: persino Alberto Angela ha scritto un libro sul sesso nell’antica Roma!
Tutto, ma proprio tutto ciò che avreste voluto sapere sul sesso dall’inizio dei tempi ai giorni nostri, è contenuto in questa graphic novel firmata da Philippe Brenot e l’illustratrice Laetitia Coryn, “The story of Sex: from apes to robots”. Lui è psichiatra, antropologo e direttore del dipartimento di Sessuologia alla Paris Descartes University, quindi direi che possiamo stare tranquilli: ne sa.
Ho comprato questo bellissimo libro in inglese l’anno scorso perché è l’unione di due cose che adoro: 1) i fumetti; 2) le enciclopedie. Ciaone proprio. Io ho l’edizione in inglese, perché lo comprai in tempi non sospetti, ma la traduzione italiana è stata pubblicata da Mondadori a febbraio, con il titolo “Sex story: la prima storia del sesso a fumetti”.
“The Story of Sex” è come Mary Poppins: perfetto sotto ogni aspetto. Affronta con leggerezza l’affascinante quanto complessa relazione tra società e sessualità, fin dall’alba dei tempi – quando non riuscivamo a stare su due gambe ma gli accoppiamenti non erano un problema – analizzando in modo ironico e dissacrante le contraddizioni che come umanità ci siamo autoinflitti fin dall’antichità.
Non sorprende quindi scoprire che ai tempi dei Sumeri ci facevamo molte meno seghe mentali e più seghe fisiche, che i Romani erano sì libertini e peccaminosi, ma le donne non vedevano uno straccio di diritto neanche col binocolo, o che con l’arrivo delle religioni (cristianesimo in primis, ma anche le altre non scherzano) le cose non sono certo migliorate sotto la cintura dei nostri antenati.
Tra la Storia e le storie d personaggi famosi e sconosciuti, attraverso le vicende amorose di re e poveracci, scopriamo così che la regina Vittoria, nonostante le strettissime regole del suo tempo che hanno fatto diventare il suo nome sinonimo di pudicizia e intransigenza morale, era una un’amante appassionata con il suo consorte Albert o che il tormentato amore tra Eloisa e Ableardo tra le mura del loro convento, non finì molto bene, soprattutto per i genitali di lui… E comunque ‘sti frati erano veramente i più pervertiti tra i pervertiti!
Pochi testi riescono come questa graphic novel a spiegare così bene la stretta relazione che lega i dettami della società, la cultura, le tradizioni, ma anche le condizioni socio-economiche, a un atto che per come lo intendiamo oggi è l’apoteosi del’intimità tra due persone.
Più di ogni altra cosa, mi ha sorpreso il livello di invadenza di ogni tipo di governo (terreno e spirituale in egual misura) negli affari intimi dei popoli, come se ciò che si fa nelle camere da letto fosse un affare di Stato.
Ma forse non dovrebbe sorpenderci così tanto, considerando che ancora oggi gli Stati e le religioni cercano di (e spesso riescono a) inserirsi nel nostro intimo, nei nostri corpi perfino, dettando legge su cosucce come la procreazione, chi dobbiamo/possiamo amare o sposare, gli anticoncezionali, l’accesso all’aborto e a strumenti per agevolare, scoprire o aumentare il piacere, individuale e di coppia.
Per non parlare del piacere femminile, che dopo essere stato mutilato, ignorato nel miglire dei casi, ostracizzato e sminuito, occupa finalmente lo spazio che merita grazie ai controversi e coraggiosi studi di professionisti come Alfred Kinsey, William Masters e Virginia Johnson.

Insomma, “The story of sex” riesce dove testi più accademici (e ammettiamolo, ben più noiosi) falliscono: mostrare l’umanità in tutti i suoi lati, negativi e positivi, con un unico colpo d’occhio che riesce a sintetizzare un paio di millenni e poco più, dalla fisica alla filosofia, passando per la psicanalisi, la religione e la cultura. Un unico colpo d’occhio da cui non usciamo proprio benissimo, ma che ci riesce a mostrare quanto noi esseri umani siamo “dolcemente complicati” e anche un po’ stracciamaroni, soprattutto quando vogliamo complicarci la vita a vicenda.
E allora, alla fine del libro, viene voglia di tornare alla prima pagina, invidiando un poco quelle scimmie che tacconavano più o meno allegramente, o almeno, inconsapevolmente. Ma ormai siamo qui, e riguardando la nostra storia e le sfide allettanti che ci riserva il futuro, soprattutto per quanto riguarda la sessualità, non resta che proseguire. Magari imparando dai nostri errori e rendendoci conto che non esistono guerre, leggi, fattwe e maledizioni che possano fermare due bipedi umanoidi dal fare quello che per millenni siamo stati in grado di fare, alla faccia di tutto e tutti: scopare allegramente e soprattutto godere.
Buona lettura maliziosa!