Fa particolarmente strano scrivere un post su tanga e lingerie a meno di una settimana dalla sentenza irlandese su un caso di stupro dove la vittima indossava un perizoma di pizzo al momento della violenza e quindi, da che mondo è mondo, era chiaramente in cerca di sesso.
Ma nonostante il disagio e la rabbia che questo tipo di sentenza mi lasciano dentro, sono anche orgogliosa della mobilitazione a livello europeo che si è sviluppata a sostegno di quella ragazza. E allora, con questo post che parla di pizzi, lingerie osé e slip striminziti, spero anch’io nel mio piccolo di contribuire a quella meravigliosa corrente di donne che ogni giorno lotta contro il bigottismo, contro questa cultura che ci vuole caste e pure, magari anche chiuse in casa a filare e cucinare, non lo so, che misura il nostro valore sulla base dei centimetri delle nostre gonne e la grandezza delle nostre mutande.
Agli uomini in ascolto voglio rivelare un segreto (che non dovrebbe essere più tale nel’anno domini 2018, ma tant’è): non tutto ruota intorno al vostro pene. Non ci vestiamo per compiacere il vostro sguardo. Se oggi ho deciso di mettermi un tanga striminzito o un completo coordinato è perché mi fa sentire sexy e forte, perché mi fa stare bene con me stessa, perché mi dà quell’energia segreta in più per affrontare la giornata e le inevitabili rotture di coglioni che quotidianamente affliggono il genere femminile, per strada, al lavoro e in casa. Anche quando ci strizziamo in bustier vittoriani, reggicalze e tacchi vertiginosi per voi, non è solo per voi: non abbiamo bisogno del vostro sguardo per avere conferma di essere meravigliose.
Ora che mi sono levata il sassolino dalla scarpa, posso concentrarmi sull’argomento originario di questo post: signore, benvenute nel magico mondo della lingerie!
Vedo o non vedo? Nel dubbio vedo
Quando la splendida Monica de La Mutanderia mi ha contattato per farmi provare qualche suo prodotto ho fatto un belletto di gioia. Io adoro la lingerie, quella sferzata di sicurezza che solo uno slip o un body spettacoloso sanno dare, quel senso di potere e autostima che deriva dall’avere un segreto meraviglioso sotto i jeans o il tailleur. Io ho una teoria sul sorriso enigmatico della Monna Lisa: è il tipico sorriso di chi sotto la pelandrana scura sta indossando un completo così favoloso che Cappella Sistina levate proprio.
Ecco dunque spiegato il perché delle feste al mio (ignaro) postino. Il primo dei prodotti che mi è stato recapitato, in cambio di un’onesta recensione, è il tanga Lucky Cheeks, che più che un indumento è un gioiellino. Non solo perché di tessuto c’è poco o niente, ma perché è una piccola opera d’arte: esistono vari modelli e colori, con ricami impreziositi da filigrane argentate e dorate, mentre i fianchi sono impreziositi da vere e proprie catenelle luccicanti.
E’ così bello che sarebbe da appendere al muro come un quadro. Invece io ho scelto di indossare questa minuscola opera d’arte, che come da copione lascia molto poco all’immaginazione. La parte davanti è infatti molto sgambata, cosa che richiede di rivedere un attimo la forma di eventuali boschetti incolti. Forse proprio perché davvero striminzito, come tanga è molto comodo, anche il sottilissimo lembo di tessuto che si perde tra le natiche (che si apre poi a ventaglio sul didietro: sciccheria pura) è molto morbido e non si sente per nulla. Avendo un sedere che fa provincia (scherzi a parte, siamo a quota 46-48), ho optato per una taglia XL che infatti calza alla perfezione, senza stringere né tirare sui fianchi. Il che per me è un bonus, visto che temo molto l’effetto cotechino.
Slip, da un estremo all’altro
Altro giro altro regalo: visto che sono una persona molto coerente, ho deciso di passare da un tanga micro a un completo con mutanda macro, o meglio, a vita alta. So che molte storceranno il naso, ma non sottovalutate il potere di uno slip più contenitivo, soprattutto se è fatto bene come quello di Beauty Night.
Intanto parliamo del colore: un fucsia così acceso e vibrante non lo vedevo da un pezzo e persino la foto non rende giustizia alla sua bellezza. Lo slip in pizzo e voile è di una comodità unica ed è molto sfizioso: la sua forza è infatti nei dettagli curatissimi. Ha il reggicalze incorporato e staccabile, nonché un ulteriore gancino che permette di regolare l’apertura a goccia sul retro dello slip.
Se lo slip calza come un guanto, lo stesso non si può dire per il reggiseno: dal momento che non c’è una gran scelta di taglie (si arriva solo fino a un generico L-XL) è difficile che sia di reale sostegno, soprattutto per chi ha una taglia tendente all’abbondante. La coppa con ferretto (che pure è molto comodo e morbido) può arrivare forse a contenere fino a una terza abbondante, ma nulla di più. Nel mio caso il sostegno è nullo e la parte in pizzo arriva a malapena a coprire il capezzolo. Il che non è necessariamente un male, come ha fatto notare il mio partner, soprattutto se è una di quelle serate in cui la lingerie resta addosso giusto il tempo di fare “oooh”.
Non è comunque un reggiseno adatto per essere indossato durante il giorno, o almeno, non se si ha una taglia dalla quarta in su. Per fortuna avevo già un reggiseno più strutturato della stessa tonalità, che quindi potrò abbinare allo slip. Ma niente paura: per chi come me ha bisogno di un po’ più di sostegno e struttura, La Mutanderia ha un’intera sezione Curvy (dove un paio di body mi hanno già fatto aumentare la salivazione, mannaggia…).
Riassumendo
La Mutanderia ha davvero delle cosine sfiziose. Entrambi i prodotti che ho provato sebbene molto diversi tra loro, sono di qualità e rendono giustizia al ricco catalogo di prodotti proposti sul sito, che vanno dai completi intimi fino a collant e autoreggenti. Unico appunto: le taglie troppo generiche. Suggerirei alla titolare di specificarle meglio, soprattutto quelle dei reggiseni, per rendere l’acquisto più semplice, non solo a noi tettone incomprese. 😉