La sega: i segreti della masturbazione maschile

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Tecniche da provare per la masturbazione maschile

Continua la serie di post dedicati all’autoerotismo per il mese della masturbazione. Dopo quella femminile, è il momento di parlare di quella maschile. Seghe, pugnette, ‘Federica mano amica’: i termini per indicare il solitario sono tanti, al contrario di quelli dedicati al corrispettivo femminile dell’atto, ma se da un lato l’autoerotismo maschile non è così demonizzato, anche per i gentlemen la situazione non è del tutto rosea. Dovremmo essere già oltre queste dicerie, ma un ripasso non guasta: a masturbarsi non si diventa ciechi, non si perdono denti o capelli e soprattutto non risultano conseguenze negative sulla fertilità o sulla quantità degli spermatozoi (anzi, delle due il contrario). Ora che abbiamo ribadito l’ovvio, siamo pronti per un viaggio nella masturbazione maschile: giù pantaloni e mutande e via al gioco di mano.

 

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Tecniche e prestidigitazione

I grandi nemici dell’autoerotismo sono la fretta e i suoi amici, stress, aspettative troppo alte e l’ossessione per l’orgasmo rapido: lascia da parte queste brutte compagnie e mettiti comodo.

Non stiamo parlando della sveltina in camuffa sotto le coperte, sperando che mamma non entri. Prova ad accantonare anche il porno, solo per questa volta: meglio ricorrere alla fantasia, anche per non collegare il piacere a un’immagine troppo definita, limitante e spesso lontana dalla realtà come quella del porno mainstream.

Il lubrificante è tuo amico, al pari di Federica, quindi meglio abbondare. La scelta è così vasta (eccitante, riscaldante, ritardante etc.) che non ci sono scuse e se proprio sei schizzinoso o in bolletta c’è sempre la saliva (anche se le prestazioni sono un po’ minori). Comincia col distribuire il lubrificante sul pene con movimenti lunghi e verticali della mano, quasi delle pennellate, senza dimenticare il perineo e lo scroto. Vale la stessa raccomandazione delle donne: non c’è fretta, rilassati e goditi le sensazioni che il tuo corpo ti regala, senza pensare a nulla, nemmeno all’orgasmo tanto agognato.

 

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Per quanto riguarda le tecniche di masturbazione maschile, ogni uomo ha la sua preferita. Quella più diffusa, volgarmente detta ‘pugnetta’, consiste nel tenere la mano chiusa a pugno attorno al pene, non troppo stretta, e muoverla su e giù sull’asta, con più o meno stimolazione del glande e del frenulo, il sottile filetto che congiunge le ‘chiappette’ del glande all’asta del pene. Un’altra tecnica molto diffusa prevede di fare un ok con pollice e indice e con questo anello attorno al pene, muovere su e giù la pelle dell’asta in modo da stimolare il glande in modo più ‘delicato’. Infine, così come per le ragazze, anche tra gli uomini è diffusa la masturbazione a pancia in giù, strofinando il pene contro un cuscino o il materasso, anche se come tecnica è più diffusa tra i 13 e i 18 anni, durante le prime sessioni di autoerotismo.

 

Edging, la pazienza è una virtù

Al contrario di molte donne, che se non conoscono il proprio corpo e le proprie reazioni possono avere dei problemi ad arrivare all’orgasmo, per l’uomo il grande ostacolo si chiama eiaculazione precoce, ovvero arrivare al dunque troppo presto, in pochissimi minuti o addirittura secondi. Per fortuna, proprio la masturbazione è uno dei rimedi per questo problemino. Nello specifico, stiamo parlando di edging, pratica che consiste nel riconoscere i segnali dell’orgasmo imminente in modo da fermare la stimolazione poco prima dell’eiaculazione, lasciar sfumare l’eccitamento e riprendere poi la stimolazione fino al nuovo punto di non ritorno. Questa ‘frenata sul precipizio’ può essere fatta tutte le volte che si vuole e, oltre ad aiutare appunto chi soffre di eiaculazione precoce a controllare meglio il proprio piacere, porta anche ad un orgasmo finale decisamente più intenso. E questo, ricordiamolo, vale anche per le signore. Avere pazienza, a quanto pare, paga.

 

Sex toys anche per lui

A proposito di ‘Federica mano amica‘: non è detto che debba fare tutto lei: esiste ormai una grande varietà di sex toys maschili per tutti i gusti: masturbatori e vagine artificiali più o meno discreti (Flashlight è la marca più famosa, con i suoi masturbatori camuffati da torce e lattine di bibite, ma anche la giapponese Tenga va forte con i suoi ovetti tascabili), ma anche veri e propri vibratori, come il nuovo Pulse di Hot Octopuss, una via i mezzo tra una ‘manica’ e un anello morbido in silicone dotato di una parte vibrante per il frenulo e il glande.

 

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Alcuni sex toys di Lelo studiati per la stimolazione della prostata

Prostata, l’arma segreta

Visto che abbiamo introdotto il discorso sex toys, andiamo fino in fondo. E quando dico fino in fondo, intendo arrivare fino al lato B. Plug anali, vibranti o meno, sono come ho già detto, dei preziosi alleati dell’orgasmo maschile. Questo perché attraverso l’ano un plug, soprattutto quelli un po’ ricurvi, sono in grado di raggiungere e stimolare il cosiddetto punto L, ovvero la prostata, ghiandola che secerne il liquido seminale.

Massaggiarla inserendo un dito o un plug (entrambi ben lubrificati, mi raccomando) nell’ano, oltre a provocare orgasmi più intensi e duraturi, ha anche dei benefici a lungo termine: dagli ultimi studi scientifici, pare infatti che una prostata massaggiata con regolarità sia una prostata più sana, tanto da prevenirne l’ingrossamento, problemi legati all’età e persino tumori. E’ ora di cominciare a dare un nuovo significato alla frase ‘prenderlo in quel posto’…

 

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Un po’ di anatomia

 

Pene e dintorni

Il pene soffre un po’ di manie da protagonismo, ma ricordiamoci che non esiste solo lui. Oltre all’ano, non dimenticare di coccolare anche il perineo (la striscia di pelle tra l’ano e lo scroto, ricca di terminazioni nervose, che può essere accarezzata delicatamente, ma anche premuta per un massaggio indiretto del punto L), lo scroto e i testicoli. Per molti uomini sollevare o distanziare leggermente i testicoli dal corpo durante la masturbazione o un rapporto è una sensazione molto piacevole. In questo caso è imperativo maneggiare con cura, ma se preferisci stimolazioni più energiche o addirittura dei veri e propri colpetti sui testicoli, niente paura: è tutto normale, ma solo tu puoi stabilire il tuo limite. Del resto il confine tra dolore e piacere, come insegna il Bdsm, è molto sottile.

 

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Solitario? Anche no

Sfatiamo l’ultimo falso mito sulla masturbazione: sì, ci si masturba anche in una relazione, anzi, fa bene a se stessi e anche alla coppia. E ovviamente vale anche per le donne. Lascia quindi perdere i discorsi del tipo ‘se si masturba non gli/le basto’, perché non è così.

Mai provato a masturbarvi insieme? Può essere una sfida per chi si imbarazza facilmente, ma guardare il o la propria partner mentre si tocca e si dà piacere, oltre che essere istruttivo, può essere uno spettacolo molto eccitante, sia come preliminare che come rapporto sessuale in sé.

10 thoughts on “La sega: i segreti della masturbazione maschile

  1. Ciao.
    Ho sperimentato la costruzione di un cavallo gonfiabile con un materassino e con delle pietruzze che fungono da spina dorsale: ho scoperto che montandolo e spronandolo con le cosce, mi sollevo dal perineo e godo da morire. Mi spieghi che succede? Viene stimolato il punto L? Come posos ritardare l’orgasmo, rimanendo “a cavallo”, a pelo senza sella?
    Grazie

    1. Ciao! In base alla tua descrizione in effetti potrebbe essere il famoso Punto L, stimolato dalle ripetute contrazioni dei tuoi muscoli pubo-coccigei. E’ difficile indicare con precisione da quale punto/parte dei genitali nasce un orgasmo, serve molta consapevolezza del proprio corpo e un ascolto attento delle sensazioni che proviamo. Inoltre tutti i muscoli dell’area sono interconnessi, la contrazione di uno andrà a interessare per forza anche il muscolo vicino e così via, quindi è difficile arrivare a un orgasmo “puro” nel senso di generato da una sola zona/area stimolata. Nelle tue cavalcate, ad esempio, potrebbe giocare un ruolo rilevante anche il contatto dei testicoli con il gonfiabile. Ma non sapere che “nome” o etichetta dare a un orgasmo non ci impedisce di godere! 🙂 Per quanto riguarda la tua domanda, un modo per ritardare l’orgasmo potrebbe essere l’edging, ovvero l’arrivare a un passo dal piacere per poi fermare la stimolazione, fare una pausa per far scemare l’eccitazione, e poi ricominciare. Oltre a essere un ottimo esercizio per avere maggior controllo e coscienza di sé e del proprio corpo, se ripetuto due o tre volte può portare addirittura a un orgasmo finale più intenso 🙂 Vale sicuramente un tentativo, non credi?
      Buona cavalcata!

    2. Io ho sperimentato l’orgasmo prostatico semplicemente inserendo il dito medio nell’ano e aspettando che sentissi una sensazione di piacere e soprattutto sentendo che la muscolatura liscia dell’orifizio anale si rilassasse in modo che il dito potesse automaticamente penetrare sempre di più solo con una leggera pressione e senza forzare.

    1. Assolutamente no! La masturbazione non è legata all’età anzi! Oltretutto (a meno che un medico non abbia prescritto diversamente per patologie particolari, ovviamente) eiaculare spesso o comunque con una certa regolarità, aiuta la prostata a restare in salute e a rimettersi in caso di infiammazione

  2. Salve, mi sono sempre masturbazione a pancia in giù da 10 anni, ora ne ho 18 e mi sono anche circoinciso, è un mondo nuovo, ho scoperto che la masturbazione alternativa porta a non riuscire più ad avere rapporti sessuali, e mi scusi il termine ma mi sono cagat* addosso, stamattina ho provato a masturbarmi ma non ho raggiunto l’orgasmo, ho sentito un po’ di piacere e basta, ma c’è da dire che ero in ansia e tutto. una dottoressa mi ha detto che per curare questa cosa dovrei andare da un andrologo, ma io credo che si possa curare anche così! il problema è che non riesco proprio a avere un orgasmo.. lei cosa mi consiglia per una masturbazione doc? qualsiasi strategia per farmi eccitare e farmi venire. la prego, sono disperato mi dia una dritta.

    1. Salve. Lo so, purtroppo (o per fortuna) il modo in cui raggiungiamo l’orgasmo ha molto a che fare con l’abitudine. Il che significa che se ci abituiamo a a provare piacere e a venire in un determinato modo (a pancia in giù, strofinandosi contro qualcosa o anche solo ccontraendo certi muscoli) il nostro corpo tenderà a rispondere automaticamente a quel determinato insieme di azioni/fantasie/etc. Il che significa che, come ogni abitudine, è dura da cambiare. Ce la si può fare, ma serve tanto tempo e soprattutto tanta pazienza, iniziando a masturbarsi in modi/posizioni diverse, alternando una stimolazione nuova a quella “solita”. Tutto questo premesso che non esiste un modo giusto o sbagliato di masturbarsi, e che l’obiettivo finale è stare bene con se stessi e con un/una partner.
      In ogni caso non sono la persona più adatta per risolvere una situazione che, come suggerito dalla dottoressa, potrebbe avere anche ramificazioni mediche. Per cui mi associo al parere della dottoressa: è meglio fare comunque un passaggio dall’andrologo e/o eventualmente da un sessuologo.

  3. Tutto vero. Col tempo grazie alla stimolazione anale si raggiungono possenti erezioni tali portare all’orgasmo senza bisogno di masturbare il membro.Certo,unendo le due cose si ha il massimo del piacere ma personalmente mi piace che durante la penetrazione il pene sia cosi turgido (io lascio il glande ben scoperto) da dare piacevoli sensazioni.

  4. Buonasera,
    Dottt.ssa purtroppo due anni fa sono stato operato di tumore alla prostata con relativa asportazione. A proposito esorto i maschietti di fare una visita dall’urologo almeno dopo i cinquant’anni se non prima. Per avere un’erezione devo utilizzare facendo una puntura sul pene del composto Caverject che attualmente è anche introvabile. Vengo al dunque. Non riesco ad avere rapporti con mia moglie. Come posso risolvere questo problema che mi da ansia ?. Quest’anno compio 62 anni.

    1. Buongiorno, la ringrazio per il dottoressa e per l’esortazione a fare controlli periodici e costanti (sono fondamentali, ha ragione), ma non sono un medico quindi non posso purtroppo aiutarla in questo campo. Le suggerisco di rivolgersi a un/a specialista urologo/a ed eventualmente anche a un/a sessuologo/a

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