Amore… col cappuccio: storia del preservativo
Se non avete vissuto in un buco negli ultimi due mesi, avrete sicuramente sentito parlare del flop del Fertility Day, iniziativa del ministero della salute che non ha perso l’occasione di offendere migliaia di donne (e uomini) con slogan e immagini di dubbio gusto e un’ennesima visione semplicistica e irrazionale della maternità (e paternità) come ‘valore sociale’. Anzi, testuale, come ‘bene comune’. Perché ragazze, nel caso non ve ne foste accorte, l’orologio biologico non vi aspetta (anche questa è una delle perle partorite dal fantasmagorico team della ministra Lorenzin, che nel tentativo di mettere una pezza al già ottimo lavoro, è riuscito a peggiorare le cose con una bella immagine razzista. Avanti così, gente!).
Ma, in barba a un evento che ha scatenato più polemiche che discussioni utili sul tema, ne approfitto per trattare di un argomento quanto mai importante. Tanto che anche nelle scuole se ne parla profusamente e… ah no. E’ vero, siamo in italia. L’educazione sessuale non si fa. Pensate a figliare, scostumati!
Comunque, dicevamo, un argomento quanto mai importante, non solo per prevenire gravidanze indesiderate, ma anche la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili. Stiamo parlando della contraccezione e, nello specifico, del preservativo. Una delle invenzioni più belle e utili, dopo la ruota e la penicillina. Nonostante non sia il contraccettivo più affidabile sia per quanto riguarda la protezione da gravidanze indesiderate (lo previene ‘solo’ al 98%, se integro e usato correttamente contro il 100% della pillola anticoncezionale) è però il metodo più sicuro per proteggere dalla trasmissione di malattie come l’Aids.
Un po’ di storia
Ode al primo uomo della pietra che ha pensato di avvolgersi la salsiccia in pelli di animale. Sì perché è questa la prima forma assunta dal celebre preservativo, o condom, secondo alcune pitture rupestri dell’età della pietra.
Ogni civiltà ha dato il suo contributo a perfezionare questa invenzione, dagli egizi ai greci, anche se i veri innovatori sarebbero proprio i cinesi, che usavano una carta speciale o anche seta oleata e sagomata. Mica male, eh? Il budello arrivò solo dopo, quando il preservativa iniziò ad avere una funzione di prevenzione alle malattie sessuali e nel 1500 la più temuta era la sifilide. Shakespeare, il bardo bricconcello, lo chiamava ‘il guanto di Venere’ e più tardi, nel ‘700, erano davvero dei guanti di lino imbevuti di disinfettante e chiusi in fondo da un nastrino. E il pacco regalo era pronto.

Ci tocca aspettare l’arrivo degli americani per vedere i primi esemplari di condom in gomma, e questo grazie a Charles Goodyear che a metà del 1800 inventò la vulcanizzazione, che rende questo bellissimo materiale elastico. Sia chiaro che fino a questo momento i preservativi erano piuttosto costosi e quindi riutilizzabili. La gomma, in questo senso era più comoda perché facilmente lavabile. I primi esemplari usa e getta arriveranno assieme ai tedeschi nel 1916, in tempo di guerra, proprio come ‘equipaggiamento’ per i soldati. Come si dice, di necessità virtù.

Solo negli anni Cinquanta arriva sul mercato il primo preservativo in lattice, che porta la firma (manco a dirlo) Durex. All’epoca il marchio inglese riforniva per conto del Governo inglese solo le coppie sposate per la pianificazione familiare. Solo nel ’67 anche i single potranno metterci le mani (e qualcos’altro) sopra.
E veniamo ai nostri giorni, con il preservativo che dopo aver assunto ogni forma, dimensione, colore e gusto e aver visto una notevole varietà nei materiali utilizzati, si appresta a compiere gli anni (o i millenni) con nuove mirabolanti trasformazioni. Tra cui quella ideata da tre studenti di un liceo inglese, che hanno inventato un condom-tornasole che cambia colore una volta indossato in presenza di malattie o infezioni (ne ho parlato qui). In attesa del preservativo del futuro (a cui sta lavorando persino Bill Gates), continuano ad arrivare sul mercato nuovi prodotti, tra cui il nuovo Hex d Lelo, preservativo-alveare che dovrebbe essere più confortevole e resistente. Avrò modo di testare a breve, quindi prossimamente su questi schermi.
Da sapere
Per concludere, alcune utili nozioni su come usare al meglio il preservativo.
Innanzitutto, così come esiste il condom (specifico per il pene), esiste anche il condom femminile, ovvero una specie di sacchettino da inserire nella vagina prima e durante la penetrazione. Purtroppo non è molto diffuso e la sua presenza è stata di fatto oscurata per anni, anche se ultimamente, anche grazie a varie campagne femministe e sex-positive, alcune farmacie cominciano timidamente ad averlo tra gli scaffali (nel caso, chiedete al farmacista se è possibile ordinarne una confezione).

La protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili non vale solo per la penetrazione vera e propria, ma anche per i rapporti orali. Se per un classico pompino basta indossare un preservativo, per il cunnilingus esistono i dental dam, quadratini di lattice, usati soprattutto in ambito dentistico che bene si prestano per un bel lavoro di lingua senza contatto e scambio di fluidi (nota: abbondare con il lubrificante). L’alternativa fai da te si può ricavare da un guanto in lattice, con il palco, il dorso e il pollice ritagliati (la lingua va infilata nel comparto del pollice).

ATTENZIONE a tutto ciò che può rompere o danneggiare il lattice e quindi l’efficacia del preservativo/condom femminile/dental dam: olio o sostanze oleose (lubrificanti a base d’olio e siliconi, ma anche creme e lozioni da massaggio, nonché gli olii alimentari e la vaselina), rossetti, lucidalabbra ed emollienti, caldo eccessivo (amico, NON tenere i preservativi nella tasca dei jeans o nel cruscotto dell’auto, please), frizione (come sopra), sbalzi di temperatura. Infine, il tempo: anche i preservativi hanno una data di scadenza che va rispettata.