Divario orgasmico: cos’è e 5 modi per colmarlo
Disclaimer: questo articolo è stato realizzato in collaborazione con Lelo per la campagna “#ComeTogether – Prendi il mano il tuo piacere” e contiene link affiliati.
La giornata mondiale dell’orgasmo è appena passata, ma questo non deve impedirci di parlare di tutte le sfumature del piacere, anche quelle più… spiacevoli. Tra queste si inserisce l’Orgasm Gap, ovvero il divario orgasmico tra pene-dotati e vulva-munite.
Ma che cos’è l’Orgasm Gap? E’ l’ahimè profondo divario tra la quantità di orgasmi raggiunti da uomini e donne durante i rapporti.
I numeri del divario orgasmico non sono molto rassicuranti: uno studio risalente al 2016 dell’università dell’Arkansas spiega che, se circa il 95% degli uomini viene durante un rapporto sessuale, questa percentuale precipita drammaticamente al 65% per le donne (*).
Quindi, più di un terzo delle vulva-munite non raggiungono l’orgasmo durante il rapporto di coppia. Così non va.
Vediamo allora come fare per colmare il divario orgasmico e arrivare tutti insieme a un lieto (anzi, lietissimo) fine.
I 5 modi per colmare il divario orgasmico
1. Abbandona falsi miti e le scuse
Il primo passo per colmare il divario orgasmico è abbandonare stereotipi e scuse sul sesso e il piacere. Vediamone una carrellata.
“Le donne fanno fatica a venire perché l’orgasmo femminile è complicato e misterioso”. No, l’orgasmo femminile non è “misterioso” né “complicato”. E’ solo diverso (quindi né migliore né peggiore) da quello maschile e come esso nasce dalla conoscenza e scoperta del proprio corpo, che purtroppo nelle donne è di fatto inibita o addirittura scoraggiata, soprattutto durante la pubertà (ma di questo parleremo fra poco).
Altra scusa/bugia da abbandonare: “Eh, ma alle donne in fondo basta la vicinanza emotiva”. Autore/trice di questa massima, scappa prima che venga a prenderti e a gonfiarti. Certo, magari ad alcune di noi basta sentirsi vicine e coccolate dal partner, ma magari anche no. Magari ogni tanto vorremmo provare anche noi un orgasmo urlante. Magari.
“Ma l’orgasmo non deve essere sempre l’obiettivo finale di un rapporto!”. Certo, giustissimo. Ovvio, persino. Ma provate a dire questa stessa frase a un pene-munito dopo averlo interrotto un attimo prima dell’orgasmo. No, veramente, provate: vi sfido.
Morale: abbandoniamo i pregiudizi, ma anche i concetti che, seppur giusti in alcune occasioni, possono diventare un pretesto per auto-accontentarsi e rinunciare al piacere.
2. Prendi il piacere nelle tue mani
E’ sorprendente quanto poco le donne conoscono la propria vulva e quindi cosa dà loro piacere. Un primato negativo che dobbiamo alla nostra cara società.
Una vulva-munita parte svantaggiata già dall’infanzia: mentre un pene-munito generalmente ha più confidenza con il suo arnese (del resto lo deve toccare tutti i giorni anche solo per urinare), una vulva-munita è a generalmente scoraggiata fin da piccola a toccare ed esplorare ciò che ha in mezzo alle gambe, perché “non si fa” e “le brave bimbe/ragazze non si toccano lì”. Aggiungiamo a tutto ciò il falso mito della verginità da preservare a tutti i costi, manco fosse un sigillo di garanzia, ed è fatta.
Non è quindi un caso se moltissime donne arrivano all’età adulta senza sapere cosa dà loro piacere (a volte senza mai aver guardato ed esaminato i propri genitali da vicino), cosa che complica molto arrivare all’orgasmo, soprattutto con un/a partner. Come possiamo spiegare a una persona come ci piace essere toccate, se noi per prime non ne abbiamo idea. Oltretutto abbiamo questa aspettativa malsana per cui pensiamo sia un dovere del nostro Principe Azzurro capire magicamente cosa fare per farci arrivare alle vette del piacere.
La verità è un’altra: ognun* di noi è responsabile del proprio orgasmo. Dobbiamo prendere il piacere nelle nostre mani, scoprirlo, allenarlo e farlo nostro, sperimentando ed esplorando il nostro corpo, prima di affidare le redini a qualcun altro. Nessuno nasce imparato, nemmeno i pene-muniti.
3. Oltre al pene c’è di più
La visione molto ristretta del sesso, che si limita ed esaurisce alla penetrazione (e all’orgasmo maschile) ci ha fatto qualche danno. Troppo spesso il sesso termina nell’esatto momento in cui il pene eiacula, incurante del fatto che dall’altra parte c’è una vulva ancora insoddisfatta e giustamente frustrata.
Oltetutto solo il 20% delle donne riesce a raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione. Tutte le altre hanno bisogno di una stimolazione costante alla clitoride. Non meravigliamoci quindi se un ditalino veloce (quasi una scampanellata), seguito da 5 minuti di stantuffamento, non le farà arrivare all’orgasmo.
In realtà il sesso è molto di più della penetrazione e comprende anche tutte quelle pratiche che sono state relegate ai “preliminari” (ma preliminari di cosa? Del “vero” sesso, la penetrazione!) anche se spesso sono fondamentali per l’orgasmo femminile. E allora via libera a cunnilingus, ditalini, limonate e tutte le possibili stimolazioni della clitoride, non più come “preliminari” o “assaggi”, ma veri e propri protagonisti del sesso, al pari della penetrazione.
4. Cambia la precedenza
In media a una donna servono circa 15 minuti di stimolazione costante e continua (prevalentemente sulla clitoride) per raggiungere l’orgasmo, mentre un rapporto penetrativo medio dura dai 3 agli 8 minuti. Aggiungiamo poi che purtroppo spesso l’eiaculazione del pene mette di fatto fine al rapporto stesso. Risultato: i conti non tornano e se i tempi non si allineano come i pianeti, l’orgasmo femminile resta una cometa lontana. Come fare, allora?
Semplice: cambiare la precedenza. O, come suggerisce un libro dal promettente titolo, “Lei viene prima”.
Concentrarsi prima sul piacere femminile risolve la fisiologica differenza di velocità tra l’orgasmo maschile e femminile. Oltretutto, far venire prima la vulva-munita è un’ottima premessa per gli orgasmi multipli: dopo un orgasmo, l’intera vulva resta irrorata di sangue e serve meno tempo e meno stimolazione per raggiungere di nuovo l’apice del piacere, magari anche durante la penetrazione.
Ma come fare a spiegare questa cosa (e le precedenti) al proprio partner, senza ferire il suo ego? Le parole d’ordine sono comunicazione ed esplorazione. Stimolate la sua (e vostra) curiosità in modo positivo e non giudicante. Di seguito qualche suggerimento per intavolare il discorso:
“Adoro quando me la lecchi/mi accarezzi così e cosà/fai una qualsiasi pratica a scelta. Ti va se iniziamo da lì?”
“Mi fa impazzire quando mi penetri subito dopo che sono venuta”.
“Ho letto/visto in un film/etc. questa cosa e mi stuzzica tantissimo. La proviamo insieme?”
“Ti ricordi quando mi ha fatto venire così/cosà? E’ stato esplosivo, ti va se lo rifacciamo?”
E se lui viene comunque prima di noi, invece di fingere di aver raggiunto l’orgasmo o sperare nella prossima volta, non c’è nulla di male a chiedere: “Tesoro, anch’io sto per venire. Mi dai una mano a raggiungerti?”
5. La tecnologia del piacere: sex toys per raggiungere l’orgasmo
Viviamo in un mondo pieno di meraviglie tecnologiche, che ci aiutano e supportano in tantissimi aspetti del nostro quotidiano. Nessuno si sognerebbe di rimproverarci se usiamo un frullatore invece di tritare la verdura a mano, o di farci sentire inadeguati se ci affidiamo al Gps del cellulare per raggiungere un posto che non conosciamo. Questi strumenti sono a nostra disposizione ed è giusto approfittarne per rendere la nostra vita più semplice.
Perché non possiamo avere lo stesso approccio con i sex toys?
“Eh, ma il mio partner si sentirebbe inadeguato/ è come se lo sostituissi con un vibratore/ ho paura di diventare dipendente da un vibratore e non riuscire più a venire normalmente”
No, no e ancora no.
I sex toys non danno dipendenza (ne abbiamo già parlato qui) e non potranno mai sostituire un persona in carne ed ossa. Non vedo perché un pene-munito dovrebbe entrare in competizione.
I peni vibrano? No. In compenso un sex toy non ti abbraccia quando sei giù, non condivide con te gioie e dolori e non ti presenta i suoi. È un oggetto. Una bella invenzione che aiuta ad arrivare all’orgasmo sia le clitoridi che i peni, con un metodo e una velocità che un corpo umano semplicemente non è in grado di replicare. Esattamente come un frullatore.
Approfittiamo delle meraviglie della tecnologia anche a letto. Se proprio il partner continua a guardarlo storto puoi sempre affidare a lui i comandi, in modo da farlo sentire più coinvolto nel tuo piacere.
E quando si tratta di orgasmi tecnologici, la scelta è davvero ampia. Per questo articolo ho avuto l’immenso piacere (sic) di provare due best seller di Lelo, celebre marchio di sex toys che proprio questo mese ha lanciato la campagna #ComeTogether – Prendi il piacere nelle tue mani.

Sto parlando della nuova Smart Wand e di Sona 2. Di Sona ho già parlato in una recensione ad hoc (la trovate qui), ma basti dire che questo succhia-clitoride sonico resta inarrivabile in termini di efficienza e potenza.
Lo stesso si può dire dei vibratori wand, ovvero a bacchetta, di cui la Smart Wand 2 è il miglior esempio: degno discendente della famosissima wand Hitachi, questo tipo di vibratore è il non plus ultra in termini di potenza e, nonostante le dimensioni non certo tascabili, è un sex toy molto facile da usare durante un rapporto a due (o a tre, a quattro, a dieci..).
Con l’impugnatura ergonomica e l’ampia “testa” vibrante, può essere maneggiato con sicurezza e facilità e usato praticamente su tutto il corpo, per un massaggio davvero rilassante. Le vibrazioni sono profonde e potenti, livello terremoto, tanto da risultare efficaci persino sopra i vestiti! Davvero una bacchetta magica per l’orgasmo: provare per credere. Oltretutto sullo shop di Lelo ci sono pure le offerte in corso… 😉
E ora che conoscete i 5 modi per colmare il divario orgasmico, è arrivato il momento di darsi da fare. Tutti a letto! O in cucina, al mare, in salotto, nello sgabuzzino…
(*) Note: D. A. Frederick, H. K. S. John, J. R. Garcia, et al., Differences in Orgasm Frequency Among Gay, Lesbian, Bisexual, and Heterosexual Men and Women in a U.S. National, Archive of Sexual Behaviour, 2018.
https://doi.org/10.1007/s10508-017-0939-z