Visto che luglio è il mese Plastic Free, quale migliore occasione per parlare di eco-mestruazioni? Mi riferisco a tutte quelle misure che nel nostro piccolo possiamo prendere per produrre meno rifiuti (e possibilmente spendere anche meno) durante questa fase del ciclo, aiutando allo stesso tempo la Natura e le nostre finanze. Tra le azioni per vivere le mestruazioni in modo più ecologico e consapevole, ci sono l’uso delle coppette mestruali e degli assorbenti lavabili. Delle prime ho già parlato in due post specifici dove ho spiegato di che cosa si tratta e perché passare alla coppetta è un vantaggio sotto vari punti di vista. Oggi entriamo più nello specifico su alcune coppette che ho avuto l’occasione di provare personalmente e su come scegliere quella più adatt a a sé.
Quale coppetta scegliere?
Quasi tutti i marchi di coppette propongono una guida alla scelta del proprio modello basata sulletà, l’altezza/sorporatura, l’aver partorito o meno naturalmente, sul grado di allenamento pelvico e così via. In realtà ogni vagina è diversa dalle altre e non sempre queste guide sono affidabili. L’unica soluzione è testare qualche modello, magari iniziando da quelli più morbidi (che sono i più salutari e meno invasivi per il nostro pavimento pelvico) e da una dimensione intermedia, sulla base dell’intensità proprio flusso. Per darvi un’idea, io passo da un flusso medio a uno molto scarso nell’arco dei 5-6 giorni di mestruazioni, e ho sempre portato la coppetta dalla mattina alla sera. Nei giorni dove ho il flusso più abbondante arrivo a malapena a riempire metà coppetta di dimensioni medio-piccole (la taglia S dei marchi sottostanti, a parte Meluna). L’unico criterio sicuro per scegliere la coppetta, è la propria esperienza diretta.
Non guasta avere una buona conoscenza della propria vagina: sapere quanto e se la cervice si abbassa durante le mestruazioni, se l’osso pubico sporge molto all’interno, quanto sono allenati i muscoli del pavimento pelvico, sono informazioni molto importanti e che dobbiamo in qualche modo scoprire. L’unico modo è infilare un bel dito (lavato ovviamente) in vagina, ed esplorare. In questo senso la coppetta è uno strumento utilissimo per le donne: ci spinge (costringe quasi) ad entrare in contatto diretto con una parte di noi a lungo ignorata o nascosta. Durante la nostra vita ci convincono che là sotto c’è qualcosa di sporco e brutto, e che il sangue mestruale fa schifo ed è in qualche modo tossico. Quindi non ci si tocca o addirittura (secondo credenze arcaiche e veramente assurde) non ci si lava nemmeno durante le mestruazioni. Niente di più sbagliato. E’ un diritto e un dovere conoscere bene il nostro corpo, anche e soprattutto la nostra vagina, e dovremmo poter essere in grado di esplorarla con la stessa tranquillità con cui ci infiliamo un dito in bocca o nelle orecchie per lavarle. La vagina non morde e soprattutto non spurga materiale radioattivo una volta al mese. Il sangue mestruale è solo questo: sangue.
Se non c’è abbiamo ancora tutta questa confidenza con la nostra Vaggia Selvaggia, in alternativa ci sono tantissime risorse online per fare un po’ di ricerca, tra cui il bellissimo canale di una ragazzina inglese, Preciousstarpads, la guru delle coppette, che fa anche video comparativi tra i diversi modelli e le classifiche in termini di dimensioni e rigidità delle varie coppette. Da consultare anche il sito dell’ostetrica Violeta, che ha una guida molto esaustiva sull’argomento.
A proposito di esperienza diretta, ecco una piccola carrellata delle coppette che ho avuto occasione di provare nel corso di questi ultimi 2 anni.
FleurCup (taglia piccola)
E’ stata la prima che ho acquistato per il suo bassissimo costo (all’epoca 9,90 euro). me ne sono però pentita subito perché è estremamente dura, tanto da risultare dolorosa al primo inserimento. Anche il bordino è molto, anzi troppo prominente, cosa che non fa benissimo al nostro pavimento pelvico. Anche se non l’ho mai usata, non sono però pentita di aver acquistato questa coppetta perché mi ha dato modo di capire (ad un prezzo tuto sommato basso) che le coppette rigide non facevano per me e che dovevoripiegare su qualcosa di più morbido.
SiBell (taglia S)
Il mio secondo e forse più riuscito acquisto. Grazie alla FleurCup ho capito che mi serviva una coppetta molto morbida così ho fatto le mie ricerche. La SiBell è considerata una delle coppette più morbide sul mercato (o quasi), così mi sono buttata. A parte il fatto che con l’uso il silicone bianco si è un po’ macchiato, per quanto mi riguarda è la coppetta perfetta: è comodissima e confortevole, soprattutto durante i primi giorni di ciclo, quando ho i crampi e sono in generale più dolorante. Il bordino è leggermente sporgente ma non si sente, grazie alla morbidezza estrema del silicone. Ha un gambino che può essere tagliato e le scanalature appena percettibili sui lati agevolano la piegatura durante l’inserimento e l’estrazione. Assolutamente consigliata.
Intimina – Lily Cup Compact
L’idea di una coppetta ripiegabile, un po’ come i bicchieri di plastica portatili che avevamo quando eravamo piccole, mi ha subito incuriosito. Questa coppetta è la soluzione ideale per chi è sempre di corsa e non vuole rischiare di essere presa alla sprovvista dal ciclo. Io la tengo sempre nella borsa, nella sua scatolina, per le emergenze. Il fatto che sia ripiegabile però comporta alcunidifetti: l’inserimento non è molto semplice, perché la coppeta spesso si ripiega durante le operazioni e aprirla mentre è dentro la vagina non è semplicissimo. Insomma, bisogna ravanare un po’ e capisco che non tutte hanno la necessaria confidenza con il proprio corpo. Oltretutto, la sua forma molto conica influisce sulla capienza della coppetta che è molto ridotta. Io la uso, appunto, nelle emergenze o durante gli ultimissimi giorni di ciclo, quando ho il flusso ridotto al minimo. Non è morbidissima, ma neanche troppo dura, diciamo una via di mezzo tutto sommato affrontabile, anche per il fatto che il bordino superiore non è così prominente.

Fun Factory – FunCup (taglia small)
Le coppette FunFactory (sì, sono gli stessi che fanno sex toys. Dei miti) arrivano in un kit da due coppette multicolor. Ci sono due kit che si basano sulle misure (un kit small e uno large) e uno per “esploratrici” (o per chi non è ancora sicura che cosa acquistare), con una coppetta piccola e una grande. Io ho vinto ad un giveaway quest’ultimo kit (yay!). Le coppette sono stupende, anche se io uso quasi esclusivamente la piccola, che è quella più adatta a me. Non hanno il bordo prominente e sono senza gambo. Cosa che io apprezzo, anche perchè non mi disturba affatto infilare un dito in vagina per rimouvere la coppetta. La misura small è comunque abbastanza capiente, morbida al punto giusto e confortevole, anche vista la sua forma leggermente ricurva che si adatta meglio alla forma del mio osso pubico. Menzione d’onore va al packaging, molto colorato e non eccessivamente femminilizzato. Niente da fare, FunFactory è sempre un passo avanti a tutti.
Meluna – Modelli vari
Non ho esattamente provato sul campo le coppette Meluna perchè mi è stato mandato un campionario di prova, ovvero varie coppette di diverse misure e rigidità, ma bucate. Non posso quindi dire la mia sulla capienza effettiva delle coppette perché sono di fatto fallate e il sangue uscirebbe durante l’utilizzo, ma il marchio Meluna è sicuramente quello con più alternative in termini di taglie, capienza, colori e rigidità. Ogni coppetta è disponibile in colori e misure diverse, addirittura con il gambo a stelo, anello o pallina, a scelta. Se dovessi andare alla ricerca di un difetto, il bordino esterno delle Meluna è molto prominente e personalmente lo trovo un pochino fastidioso. Per quanto mi riguarda, solo le coppette soft sono affrontabili: le altre sono troppo dure per me, soprattutto quelle sport, talmente rigide che credo vadano bene per ben poche donne.
C’è però una grande differenza tra le coppette Meluna e le altre sul mercato: quasi tutte le coppette sono fatte in silicone, mentre le Meluna sono realizzate con il TPE, ovvero elastomero termoplastico. Ora, se ben ricordate dal mio precedente pippone sui materiali dei sex toys, il Tpe è un materiale poroso e quindi una casa perfetta per batteri e affini. Esiste però il TPE medicale, che ha molte caratteristiche in comune con il silicone, tra cui la non porosità. Le Meluna sono fatte proprio di questo materiale, come specifica lo stesso marchio sul suo sito.
Riporto qui un estratto: “La coppetta mestruale Meluna è fabbricata con elastomero termoplastico (TPE) di alta qualità, antiallergico e medicale, con moltissimi certificati specifici ed alcuni vantaggi rispetto al silicone. L’elastomero termoplastico è stato sviluppato specificatamente per i dispositivi medici e può essere sterilizzato in autoclave e quindi può essere applicato nelle cliniche e negli ospedali pediatrici. Il TPE impiegato nella produzione della coppetta mestruale Meluna, è prodotto secondo il BFR, FDA e possiede i requisiti 2002/72/CE, è certificato ISO 10993-10″.
Gli assorbenti lavabili
Assieme alla coppetta, io uso anche alcuni assorbenti lavabili. So cosa state pensando: ma come, abbiamo fatto tanta fatica per abbandonare quegli stracci che le nostre nonne si mettevano nelle mutande durante le mestruazioni, e ora torniamo a questi metodi arcaici? Sì e no.
No, perché c’è una bella differenza tra gli assorbenti lavabili di oggi e le pezze che si mettevano negli slip 50 anni fa. Gli assorbenti lavabili di oggi sono realizzati con tante forme, misure e fantasie diverse, in cotone non trattato e/o antibatterico, con uno o più strati di tessuto assorbente all’interno e un tessuto idrorepellente ma traspirante a contatto con la mutanda. Senza contare il comodo automatico che tiene tutto al suo posto nello slip. Rispetto alle pezze di dubbia provenienza delle nostre nonne abbiamo fatto enormi passi avanti.
Sì, perché rispetto a un pezzo di plastica usa e getta, un materiale naturale come il cotone sarà sempre preferibile e più salutare, soprattutto per chi (come me) là sotto è molto delicata e prona a infiammazioni e irritazioni. Da questo punto di vista ho notato una bella differenza nel giro di pochi giorni dal cambio di materiale. Per lavare gli assorbenti basta lasciarli in ammollo con un po’ di smacchiatore e poi, a fine mestruazioni, un bel giro in lavatrice con tutti gli altri panni sporchi colorati. Semplice e anche più ecologico, perchè sono tonnellate e tonnellate di plastica in meno nella spazzatura e nei nostri oceani. Insomma, la Natura e la Patata ringraziano sentitamente.
Io ho vari assorbenti che ho acquistato su vari siti, tra cui Etsy, perché molte di queste pezzuoline sono vere e proprie opere d’arte artigianali. Durante il giorno, con la coppetta, uso l’equivalente dei salva-slip, per evitare macchie in caso di (rarissime) perdite, mentre di notte (visto che non mi va di usare la coppetta h24) uso assorbenti più lunghi e grossi perché al loro interno contengono più materiale assorbente. Fino ad ora mi sono trovata benissimo e non tornerei indietro per nulla al mondo.
Le spugne mestruali
Per chi non ne vuoel proprio sapere di avere del silicone nella vagina, ma non vuole rinunciare alla comodità di un assorbente interno senza affidarsi a quelli usa e getta, esiste poi un’alternativa: le spugne mestruali. Si tratta di piccole spugnette, spesso totalmente naturali, che si inseriscono in vagina durante le mestruazioni e assorbono il flusso senza provocare secchezza come i tradizionali assorbenti interni. Ogni spugnetta riutilizzabile, che è già ritagliata per avere una forma anatomica, deve essere lasciata in ammollo in acqua e aceto per neutralizzare il ph prima dell’inserimento e dopo il suo utilizzo. Prima di riutilizzarle vanno lasciate ascuigare all’aria aperta. Soprattutto nei primi giorni di ciclo, è preferibile rimuovere, lavare e reinserire la spugna almeno ogni 3-4 ore, per evitare qualsiasi tipo di perdita.